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Crisi d’impresa e continuità aziendale: il modello 231 a servizio del nuovo art. 2086 c.c.

Gestire il rischio significa prima di tutto saperlo identificare e scegliere quindi come intervenire non solo per fronteggiare l’evento dopo che lo stesso si sia effettivamente verificato e ridurre al minimo la perdita, ma anche e soprattutto per prevenire il danno, in un gioco di anticipo e tempestività.

La riforma della crisi d’impresa: storia di una lunga gestazione

Con la raccomandazione della commissione del 12 marzo 2014 «su un nuovo approccio il fallimento delle imprese e all’insolvenza» (2014/135/UE), gli stati membri sono infatti incoraggiati a fornire strumenti di tutela anticipata per intercettare (e risolvere) situazioni critiche prima della concretizzazione dello stato d’insolvenza, per «garantire alle imprese sane in difficoltà finanziaria … l’accesso a un quadro nazionale in materia di insolvenza che permette loro di ristrutturarsi in una fase precoce in modo da evitare l’insolvenza, massimizzandone pertanto il valore totale per creditori, dipendenti, proprietari e per l’economia in generale».

Il CCII tra prevenzione e controllo

Il d.lgs. 15/2019 è formato da quattro parti: Parte Prima . Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza, Parte Seconda – Modifiche al Codice civile, Parte Terza – Garanzie in favore degli acquirenti di immobili da costruire e Parte Quarta – Disposizioni finali e transitorie.